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Accarezza na’ capuzzell – Si sa che Napoli è una città che unisce il sacro e il profano. Una città dai due volti proprio come il Giano Bifronte. Due realtà che si mescolano e si uniscono. Sino a diventare un’unica cosa, che è parte dell’essenza napoletana.

Noi siamo quelli che invocano i santi, uno tra tutti è San Gennaro, e quelli che chiedono aiuto ai defunti specie alle anime del purgatorio. Il rapporto che abbiamo noi napoletani con la morte è molto particolare. È un legame antico ed affascinate che lega questa città all’aldilà ed in modo particolare, come ti dicevo al purgatorio. La venerazione verso le anime del purgatorio, chiamate affettuosamente capuzzelle, o cap e mort, è antichissima, pensa che risale addirittura alla peste del 600.

Esistono ancora oggi ossari e chiese, che ospitano queste persone defunte. Non hanno nome, e che sono li, noi semplicemente ci prendiamo cura di loro, con preghiere e portando dei lumini. È praticare dei gesti di pietà, che forse queste persone non avevano ricevuto in vita. E chissà magari, ti restituiscono qualcosa in cambio, se ti prendono a ben volere.

Alle capuzzelle infatti è attribuito il potere di esaudire le preghiere di chi le aveva prese a cuore, speranze piccole o grandi, come vincere qualche numero al lotto, o trovare un fidanzato o una fidanzata. Si, le nostre capuzzelle, occupano anche di problemi di cuore.

Una devozione forte e popolare un culto che si identifica molto spesso con idolatria e paganesimo. A questo culto sono legati molti modi di dire, il più conosciuto è “A refrische ‘e ll’anime d’ ‘o priatorio”, magari camminando per la città capiterà che lo ascolterai, soprattutto da qualche persona anziana.

Ma il luogo simbolo del culto delle anime del purgatorio, si trova in una delle zone più antiche di Napoli, il Rione Sanità. Qui nel cuore pulsante della città, si trova l’antico Cimitero delle Fontanelle, forse il più emblematico e suggestivo di tutta la città, si conserva ancora oggi il segno del passaggio di centinaia di persone devote alla propria capuzzella.

Tante chiese sono dedicate al culto delle anime pezzentelle, o più familiarmente chiamate anche “ll’anime d’ ‘o priatorio”. Una chiesa, che magari anche ai napoletani e sconosciuta è San Pietro ad Aram, al corso Umberto dove la cripta per anni è stata chiusa, ma ora finalmente, si può visitare. Più conosciuta è la chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, proprio nel centro antico di Napoli, li nella cavea c’è la capuzzella di Lucia, che aiuta le ragazze a trovare marito. Appena arrivi qui è d’obbligo accarezzare le capuzzelle in bronzo che si trovano fuori la chiesa, mi raccomando! Perché ricordati accarezzare a cap e mort, porta bene!

Come vedi Napoli è anche scaramanzia mista a devozione forte e popolare. E mi raccomando appena puoi non ti dimenticare “Accarezza na’ Capuzzell”.

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